martedì 12 agosto 2014


Su due frammenti
si elide 
la mia idea.
stretta alle narici
che in cadenza
si agita e


di ogni quiete
a volte
mi disereda
fino all’orlo!

In grembo all’arsenale,

-caverna senza infanzia-

La facoltà ’
mi assalta 

-preferirei un grido di dolore-

come marmo silenzioso
della terza sponda.

Un abitacolo liscio 
tra due opposti
per l’occhio dello Stige!

Gladiatori nell’ acqua
di fuoco

-mors tua vita mea-

replicanti 
dell’eterno fremente.

Ah! Vorrei cancellarmi
senza sapere 
con quale faccia partorirò
questa perfida lotta!

Ma sarebbe come inibire
quella vela che va
a cesellare la nuvola dalla pietra,
l’oscuro dal chiaro.

Scendo su ogni
testa di corvo

per risalire minerale,

alla diagonale del circolo.

E nel travaglio
che somma il senso 
per la vernice fulgida,

mi ritorna utile
elaborare la sua radice
per riagganciarmi alla cellula 
della madre terra!

-Dal buco un soffio alla vita,
-lo scarto alle ossa per riversar fuori-

f.d.


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