domenica 24 agosto 2014

“IO… MIO PADRE ED IO”
Vorrei rassomigliarmi tanto a te
come due gocce, che cadono insieme
dall’albero per dissetare un fiore, 
come hai saputo fare tu per me!
che non sapeva come germogliare.
M’hai coltivato con cura
con le gocce del tuo sudore nero
quelle montagne di carbone che stavi li a spalare!
Passavi la mano poi sulla tua fronte,
accarezzavi il mio viso che diventava nero.
Papà, sai adesso quanto ne vado fiero!
Quante volte le tue punizioni sono state dure e severe 
non sapendo che per il mio futuro
sarebbe stata un’acqua pulita da bere.
tutto questo allora, io non lo capivo.
Come un fiore per te, io dovevo germogliare ma 
hai dovuto aspettare, aspettare e aspettare!
Poi per la tua vita viva, ma ferma, sono diventato io tuo padre!
Per coccolarti e sbarbarti e darti una carezza.
Tu stavi lì… Immobile e mi sorridevi 
con le mani tue tremanti mi restituivi, l’ennesima carezza!
Se qualche volta sono stato un ribelle ed egoista!
Ti chiedo scusa … ora che sono come mi volevi, come il fiore
germogliato, ho visto meglio i miei giorni con la vita.
Grazie a te che mi hai insegnato!
Ti ho visto piangere da grande per la prima volta 
per un figlio mancato.
Ti ho visto piangere l’ultima volta
quando me ne sono andato, 
con la promessa di poterti rivedere di tanto in tanto,
ma non ho fatto in tempo e mi hai lasciato!...
Ora, non voglio altro, che l’eredità di averti nel mio cuore
con una tua foto appesa al muro sorridente e da furbetto 
ed io ti guardo, ti parlo è sorrido insieme te.
Parlo sempre spesso, è sempre di te! 
Ammetto che però mi manchi tanto!
Ma quando ti sorrido, tu mi ricambi di tanto in tanto.
Grazie papà, per avermi dato dalla vita il necessario!
Grazie… perché di Te mi rassomiglio tanto!

Umberto Coro. CUORGNE’ /02/08/07/


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